Tartufaio

In terra di Toscana sono esistiti il brigante, il bracconiere, il carbonaio, figure mitiche e contraddittorie; ma anche coloro che, alla maniera dei primi uomini, sono andati semplicemente cercando i raccolti del bosco. Nacquero così, il “chiocciolaio”, il “fungaio” e persino il “tartufaio”. Eugenio Brezzi, circa novanta anni fa, rincorreva la pista di un fungo sotterraneo, compatto, polposo, dalla fragranza inebriante e dal sapore squisito, che gli antichi Greci credevano formarsi nel momento in cui il tuono scaricava la sua forza sulla terra, senz’altro lo aiutava un cane. Seguirono gli anni ingegnosi dell’immediato dopo guerra; anni in cui il bosco era stato e continuava ad essere la rappresentazione dell’ostello, del giaciglio e persino della mensa. Così, fra gioco e necessità, Eugenio iniziò la sua attività di cercatore di tartufi, passando pian piano alla creazione di una vera e propria azienda artigianale per la lavorazione dei tartufi e dei prodotti tartufati. La piccola azienda crebbe e si affermò sempre di più in campo internazionale. Oggi nei migliori ristoranti e nei negozi gourmet un po’ in tutto il mondo, l’antico passatempo di Eugenio, tradotto ormai in una variegata gamma di prodotti sempre semplici, genuini e naturali, mentre solletica e soddisfa i palati più fini, sovviene l’odore del bosco, la magica visione dei tuberi neri o biancastri, l’eccitazione dell’uomo che li trovò e cominciò a raccoglierli.